LA MENORAH
Esodo 25,31,40: Farai un candelabro di oro puro; il candelabro, il suo piede e il suo fusto saranno lavorati al martello, i suoi alici, i suoi boccioli e i suoi fiori saranno tutti d'un pezzo con esso. Sei bracci usciranno dai suoi lati, tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dal secondo lato. Tre calici in forma di fior di mandorlo sopra un braccio, con bocciolo e fiore. Così per i sei bracci uscenti dal candelabro. Nel candelabro ci saranno quattro calici in forma di fior di mandorlo con i loro boccioli e i loro fiori: un bocciolo sotto due bracci che escono da esso, un bocciolo sotto due altri bracci che escono da esso così per i sei bracci uscenti dal candelabro. I suoi boccioli e i suoi bracci saranno tutti d'un pezzo con esso, il tutto d'un solo pezzo di oro puro lavorato al martello. Farai anche le sue lampade in numero di sette. Si metteranno le lampade in alto, in modo ch'esso faccia luce sul davanti. I suoi smoccolatori e i suoi piattelli saranno di oro puro. Di un talento di oro puro lo si farà, esso e tutti questi utensili. Guarda ed esegui secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte".
Carissimi fratelli,
Non avrei potuto desiderare che mi venisse attribuito compito più gradito.
Per varie ragioni personali, che non sto qui ad esporvi, la Menorah ha rappresentato un oggetto di grande curiosità, durante la mia infanzia.
Questo strano candelabro, infatti, posto sulla credenza, dominava il salotto di mia nonna la quale, oltre ad esservi devota e ad esporlo orgogliosamente, vi era molto affezionata poiché costituiva un dono ricevuto da suo padre.
Ricordo che una volta, ero ancora un ragazzino, le chiesi cosa fosse e a cosa le servisse, visto che non lo usava mai.
Lei mi disse: "E’ un oggetto molto impostante, sacro, si chiama Menorah, ed è il simbolo della purezza e del modo di vita ebraico”.
Ovviamente, a quell'epoca tempo, non capi cosa fosse la Menorah, e tanto meno il suo significato simbolico.
Fatto e' che mia nonna, di lontane origini ebraiche , aveva infuso dentro di me il seme di una tradizione che anche Lei aveva ereditato dal padre di suo padre.
Questa introduzione mi è servita per accompagnarvi in un cammino simbolico straordinariamente denso e così intriso di significati ontologici, la cui interpretazione rischia di costituire un dedalo impenetrabile per un semplice apprendista.
Ed è per questo motivo, per tentare di non disperdermi nel compimento del mio lavoro e forse anche per non smarrire il senso della ricostruzione simbolica che sono stato chiamato a tentare di sviluppare, che come prima cosa ho ritenuto opportuno di insegnare a me stesso e di ricordare a tutti voi come è fatta la Menorah almeno dal punto di vista fisico-oggettivo.
La Menorah è un candelabro con 7 braccia e 22 ingrossamenti (mandorle, boccioli, fiori ), tre per ogni braccio, più uno sullo stelo principale.
Al culmine di ciascun braccio è posta una fiamma.
La Tradizione ebraica (ma non solo) vuole che questo candelabro sia stato richiesto a Mosè direttamente da Dio, che ne ha dettato le specifiche per la fabbricazione, ne ha individuato l’artista incaricato di fabbricarlo (Betzalel) e ne ha indicato la collocazione nel Tempio.
Il candelabro, realizzato tutto d’un pezzo, si sviluppa a partire dalla base costituita da tre livelli a pianta ottagonale; sul suo fusto si trovano le tre lettere madri dell’alfabeto ebraico; sui suoi fiori (luci) le 7 lettere doppie; lungo i suoi 6 rami si trovano le 12 lettere semplici.
L'attaccatura del piedistallo è chiamata Malkuth.
Le due candele esterne sono chiamate Hod e Nezach e, alla loro congiunzione, sul tronco, troviamo Yesod.
Abbiamo, procedendo verso l'interno, Geburah e Chesed, che si uniscono in Tiphereth; Binah e Chokmah, che si uniscono, con Kether, in Daàth.
Ciò che rende sacrale questo "oggetto" non è la sua conformazione fisica, bensì l'accezione trascendente che essa incorpora.
E' arduo per colui che tenta di cimentarsi nel'esplorazione della innumerevoli declinazioni possibili del significato simbolico della Menorah, districarsi tra religione , cabala, astrologia, astronomia, geometria, musica ed esoterismo.
Il compimento di questa attività conduce l'umile esegeta ad imbattersi anche in innumerevoli forme di mistero, incastonato nelle ancestrali forme di dualismo rappresentate dal contrasto tra materia e spirito, tra fisica e metafisica, tra realtà e trascendente.
In tutto ciò, verrebbe da dire, la Menorah è la rappresentazione simbolica ideale della vita: l'uomo ha a disposizione la conoscenza per giungere a percepirne l'essenza, ma la verità si cela dietro alle infinite combinazioni attraverso le quali gli elementi che la compongono, fondendosi gli uni con gli altri, danno origine all'Universo.
Il significato simbolico della Menorah è assimilabile al mistero del cosmo , visibile ma imperscrutabile del quale constatiamo l'esistenza ma siamo costretti ad ignorarne l'origine.
O se preferite al mistero del Divino, immaginabile ma al tempo stesso non conoscibile.
Da ciò, quindi, il viaggio che è possibile compiere attraverso il tentativo di dare una decifrazione interpretativa e simbolica della Menorah non può che iniziare attraverso la scomposizione dei vari ingredienti che ne costituiscono l'anima.
Un primo livello di approfondimento ci mostra come nella Menorah si trovino le lettere dell’alfabeto e le basi della numerologia ebraica: tutto l’indispensabile per leggere, scrivere e far di conto; infatti l’Ebraico non ha numeri ma solo lettere, che esprimono anche i numeri.
Il pensiero giudaico fonda la sua essenza mistica e profonda proprio sulle lettere dell’alfabeto ebraico.
Esse infatti sono depositarie della potenza divina e convogliano nel reale l’impulso della creazione.
Secondo un calcolo Qabbalistico detto Ghematrico (in cui ad ogni lettera corrisponde un numero, per cui una parola avrebbe un valore numerico corrispondente alla somma dei numeri delle singole lettere e che parole con numeri uguali abbiano un significato analogico che li accomuna) si può osservare che Betzalel, il nome dell’artista prescelto dal Signore per la costruzione della Menorah e di parte del Tabernacolo, ha valore numerico 153 (leggendo le lettere da destra a sinistra: 2+90+30+1+30 = 153).
Il 153 non è una cifra qualsiasi.
Da un punto di vista matematico, questo numero ha delle caratteristiche particolari. Per esempio, 153 è il Numero Triangolare, che risulta dalla somma dei primi diciassette numeri:
1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 + 9 + 10 + 11 + 12 + 13 + 14 + 15 + 16 + 17 = 153.
Anche le corrispondenze con la Cabala sono chiare: il 17 è un numero importantissimo in Cabala poiché è il numero indicante il bene (Tov).
Non a caso è la Ghematria di due dei 72 Nomi di Dio, il 1° e il 49°.
Anche questi numeri non sono casuali, in quanto si riferiscono alle Cinquanta Porte dell’Intelligenza, le più importanti delle quali sono la prima dall’alto e la quarantanovesima dal basso.
Ed ecco che 17 è anche il valore di EGOZ (noce), un frutto molto esoterico, studiando il quale il re Salomone derivò delle importanti considerazioni sulla struttura degli universi paralleli (vedasi il Cantico dei Cantici, al versetto ‘Sono sceso al giardino delle noci’) ” .
Un secondo livello di approfondimento ci suggerisce che ci sia qualcosa in più: dividendo il 22 per 7 otteniamo infatti il “pi greco”, numero misterioso fondamentale per la geometria.
Ancora, osserviamo come, associando a ciascuna delle 7 fiamme corrispondenti alle 7 lettere doppie uno dei corpi celesti (o “pianeti”), risulti possibile contare i giorni della settimana; in corrispondenza delle 12 lettere semplici troviamo i 12 mesi dell’anno.
Attraverso l’uso dei 3 ottagoni alla base, peraltro, possiamo contare le 24 ore... dunque il Candelabro costituiva a un tempo un calendario ed un orologio, atto alla misurazione del “tempo volgare”!
Anticamente, sappiamo, la Sapienza era riservata ai pochi Iniziati (sacerdoti) e tra le “scienze esoteriche” la principale era costituita dall’Astrologia.
Ecco dunque un ulteriore livello di conoscenza custodito dal Candelabro: sui suoi 6 bracci, infatti, i 12 segni zodiacali risultavano suddivisi nella tradizionale tripartizione di cardinali (sui due rami più interni), fissi (sui due rami intermedi) e mutevoli (sui due rami inferiori).
Le stesse ore, calcolate sulle 7 fiamme anziché sui tre ottagoni, assumevano ben altro significato: per passare dal tempo profano al tempo sacro, infatti, è necessario prendere a riferimento le “ore planetarie”.
La prima ora corrisponde al “pianeta” del giorno e così l’ottava, la quindicesima, la ventiduesima. La seconda, la nona, la sedicesima, la ventitreesima, corrispondono invece al “pianeta” successivo; così per la terza, decima, diciassettesima, ventiquattresima... a sua volta la quarta, undicesima, diciottesima, che sarà poi la prima ora del giorno successivo!
La sequenza dei “pianeti” è quella dell’astronomia tolemaica, prescientifica, che li ordinava secondo la distanza dalla terra: il più lontano Saturno, quindi Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio e Luna (risulta chiaro allora che se oggi è giovedì, la prima ora è di Giove, mentre la quarta è l’ora di Venere, che sarà anche la prima del giorno successivo... venerdì, per l’appunto).
Attraverso il Candelabro, possiamo rappresentare ancora molto altro.
Come detto, esso ha sette bracci.
Il numero Sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico.
Fin dall’antichità il numero sette è stato considerato il simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare.
Ricordo a me stesso che la Loggia massonica ha bisogno di almeno 7 Fratelli, che rivestono le sette cariche essenziali nello svolgimento della Tornata - e cioè Venerabile, Primo Sorvegliante, Secondo Sorvegliante, Oratore, Segretario, Copritore ed Esperto Cerimoniere - i sette bracci del candelabro vengono anche associati a tali Cariche rituali.
Sette le braccia del candelabro , sette la somma del primo e dell’ultimo braccio ( il n.1 + il n.6), sette la somma del secondo e del quinto, sette il terzo più il quarto e sette il numero del braccio centrale.
Sette i Pianeti, Sette i nomi delle note musicali, Sette le Meraviglie del Mondo, anche i grandi Maestri del passato, così Pitagora, affermano che sette sono le Iniziazioni, perché sette sono le sfere che l’uomo deve attraversare per essere un vero grande Iniziato.
Sette le lettere dell’ AGDGADU
E potremmo continuare oltre.
Come associare, ai singoli bracci del candelabro, i vari elementi dell’uno o dell’altro dei tanti sistemi simbolici prima elencati non è semplice e, soprattutto, non è univoco.
L’ordine di associazione che più comunemente si adotta è il seguente: alle 7 fiamme, infatti, per ciascun “pianeta” la Tradizione Ermetica mette in relazione un “metallo”, corrispondente ad un diverso stadio evolutivo, dal piombo di Saturno all’oro del Sole.
Potremmo anche abbinare a ciascun “pianeta” un Vizio ed una Virtù: in questo modo il Fuoco della Menorah rappresenterebbe l’agente alchemico necessario alla trasmutazione del Vizio in Virtù (per l’Alchimia Spirituale si faccia riferimento ad Ambelain).
I “sette Cieli” corrispondenti ai 7 pianeti possono ancora suggerirci i diversi livelli di beatitudine, che lo stesso Dante rappresenta nel Paradiso.
La forma a sette rami risale a tempi antichissimi e si ritrova nelle religioni antiche di millenni, dal momento che, nei tempi più remoti, l’albero aveva profondo significato religioso: esso incarnava la divinità.
Secondo la tradizione giudaica, ad esempio, arrivando nella Terra Promessa, i patriarchi recarono con sé il mito dell’albero cosmico della vita.
Albero imponente, i cui rami toccano il cielo e portano frutti che danno l’immortalità.
Non a caso, nelle istruzioni date a Mosè per la sua fabbricazione, si insiste sui particolari “botanici” con riferimento, in particolare, al mandorlo: questo è il primo albero a fiorire in primavera, è il risveglio dopo l'inverno.
Ed è attraverso la radice di un mandorlo che è possibile penetrare nella città di Luz, la dimora degli immortali.
Con l’andar del tempo l’albero prende la sua forma e il suo aspetto originale per diventare un ornamento: il candelabro a sette rami.
Il candelabro è una stilizzazione, un derivato dell’albero, ove le luci han preso il posto dei frutti.
Questa è l’origine del suo simbolismo.
Nella religione ebraica la Menorah è dunque un’ emanazione dell’albero della vita, ma la sua forma, le sue funzioni, le sue fiamme, ne fanno anche l’albero della luce.
Infatti, è un albero che conduce gli uomini verso la luce e la luce verso gli uomini.
Per mezzo di questa luce, Dio è presente ovunque.
La prima lampada della Menorah è la luce perpetua del Signore, simbolo della presenza di Dio sulla terra, il che spiega il fatto che essa sia l’unico oggetto del Tempio che abbia trovato posto nella Sinagoga, divenendo cosi un possente legame tra le due case di Dio.
L'Ara su cui essa posa indica il centro del mondo, centro spirituale nel quale si incontrano le energie che muovono da Oriente ad Occidente, da Nord a Sud, dallo Zenit al Nadir e viceversa.
Ma a ben vedere la rappresentazione simbolica della Menorah quale albero della vita e' incastonata anche nei nostri Templi, che seguono, infatti, le geometricità dell'Albero Sephirotico e di cui le Menorah ne sono fondamentale ornamento.
Non è' quindi difficile associare la Menorah alla rappresentazione di una Loggia, in quanto composta di singole candele che, unendosi, formano un unico oggetto.
Nella lettura interpretativa del significato simbolico della Menorah, si possono anche collocare le dieci funzioni di Loggia, più precisamente così impostate: la Fiamma centrale corrisponde alla posizione del Maestro Venerabile, la Fiamma n.6 (esterna a Sinistra) rappresenta il 1° Sorvegliante, la n.4 il Tesoriere, la n.2 l’oratore, la n.5 il Segretario, la n.3 l’ospedaliere e la n.1 il 2° Sorvegliante. Nel punto d’unione del braccio più esterno con il tronco centrale è collocato l’Esperto, nel punto d’unione tra il braccio centrale e il tronco è collocato il Cerimoniere, e nel punto d’unione del braccio più interno con il tronco centrale trova posto l’Ara. Nel punto d’unione tra la base e il tronco centrale è collocato il Copritore.
Sono ben consapevole che Molto altro ci sarebbe da dire e che , l'argomento avrebbe meritato di ben altra trattazione e soprattutto di ben altro esegeta.
Concludo Accennando al fatto che alcuni studiosi di simbologia esoterica considerano la Menorah simbolo della Luce dello Spirito e della Salvezza.
Altri invece la associano alle sette Arti Liberali, la cui conoscenza è indispensabile per il Lavoro di ogni Iniziato, ovvero Grammatica, Retorica, Logica, Aritmetica, Geometria,Astronomia e Musica.
Altri ancora ai sette gradini magistrali ed a quelli della scala dei filosofi o di Giacobbe.
La mia personale opinione e' che ogni argomentazione riferibile alla Menorah "rischi" di essere esatta ed errata allo stesso tempo, poiché in realtà il suo significato simbolico e' contemporaneamente la sintesi del tutto e del niente, dell'inizio e della fine, del vero e del falso, della nascita e della morte.
In una parola della Creazione.