Il dono dei valori che ci hanno lasciato
Romano Ragazzini
Era nato a Firenze il 19 febbraio 1924 e aveva vissuto – come lui stesso ricordava – la
sua giovinezza negli anni in cui il regime fascista sembrava non avere opposizione e
soprattutto i giovani venivano inquadrati nelle organizzazioni del partito fascista.
Romano, come tanti italiani, si rese ben presto conto dei bluff della propaganda e il
suo spirito critico e il suo amore per la libertà lo portarono a fare una scelta di vita e
politica che poi ha rispettato per tutta la vita.
Romano Ragazzini partecipò dal settembre 1943 al settembre 1944 alla lotta
partigiana. Entrò nella Divisione Giustizia e Libertà costituitasi all’indomani della
resa monarchico-badogliana ed esattamente il giorno dopo: il 9 settembre 1943. La
formazione Giustizia e Libertà fu una emanazione del Partito d’Azione, guidata da
Ferruccio Parri, aperta anche a indipendenti e professanti un comune ideale laico e
democratico. Gli appartenenti portavano un fazzoletto verde al collo. Ragazzini
rimase nella formazione partigiana fino al settembre 1944 un mese dopo la
liberazione di Firenze. Ha mantenuto vivo il ricordo di quella esperienza
partecipando a tutte le manifestazioni celebrative in rappresentanza della
Federazione Italiana Associazioni Partigiane (Fiap) e portando la sua testimonianza
di fede nella libertà e nella giustizia.
Modesto, rispettoso, signorile, non vantava mai i propri meriti, che pure erano
molti, ricordava i grandi noti e meno noti come Enrico Bocci e gli appartenenti al
gruppo di Radio CORA, i fratelli Campolmi in modo semplice e senza retorica. Non
mancava mai alle cerimonie per il 25 aprile, il 9 giugno alla commemorazione dei
fratelli Rosselli a Trespiano, in piazza D’Azeglio e a Cercina per ricordare il sacrificio
degli amici di Radio CORA e degli altri, l’11 agosto alla cerimonia per la liberazione di
Firenze. Non fu compito facile nel convincerlo a parlare in pubblico, ma quando lo
fece, come l’ultima volta in Palazzo Vecchio l’11 agosto 2008, ha sempre avuto toni
pacati, misurati. In quella occasione ha ricordato i fatti di cui fu protagonista come
membro del Partito d’Azione e il ruolo avuto dalle Brigate Rosselli e dalla Brigata
Sinigaglia. Eppure il suo pensiero oltre che ai combattenti andava ai cittadini che
avevano subito i pesanti disagi della guerra, alle donne e al loro ruolo in casa e come
staffette e alle popolazioni di quelle parti del mondo in cui ancora “per assurde
guerre di religione e non solo, ma la voluta incapacità di comprendere i principi di
Libertà e Giustizia” subiscono i sacrifici imposti dalla guerra. E questo è il
testamento morale che Romano ci lascia: coerenza agli ideali della sua giovinezza
improntati al pensiero di Giustizia e Libertà, disinteresse, rispetto delle opinioni
diverse dalle proprie, difesa della memoria degli orrori del ‘900 ma con attenzione al
presente e al futuro, nella convinzione che gli ideali di Giustizia e Libertà conservano
ancora intatti la loro forza e il loro valore. Trovò naturale affiliarsi alla Libera
Muratoria. Iniziato nella loggia “Madre Unione” di Firenze nel 1965 passò
successivamente, causa scioglimento della stessa Madre Unione, nella loggia
“Avvenire”, dove partecipò attivamente ai lavori fin quando la salute lo permise. Nel
lungo percorso massonico si è dedicato al Rito Scozzese Antico ed Accettato fino al
raggiungimento del 33° . Passato all’Oriente eterno il 3 luglio del 2012 I fratelli
della Loggia Avvenire lo vollero ricordare per il suo impegno civile per la libertà in un
necrologio pubblicato sulla stampa cittadina.
Massoneria Universale
Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani
I Fratelli liberi muratori della Loggia Avvenire n.666 all'Oriente di Firenze,
annunciano il transito nella Valli celesti del Carissimo fratello
Romano Ragazzini 33°
Ne ricordano l'impegno civile per la libertà.
Firenze, 4 Luglio 2012
2022 Almerico Portanova
2020 -Nedo Fiano
Eravamo tutti emozionati, conoscevamo la sua storia ma non ci rendevamo conto di chi stavamo per incontrare. Arrivò vestito molto bene, era molto emozionato anche lui come tutti noi. Teneva sul braccio una tunica o tale mi appariva, bianca, anzi grigia, a righe blu. Una canapa rugosa dura. Entrò e raccontò la sua storia. In un silenzio assoluto. Con una semplicità disarmante. Continuò per circa mezz’ora, il tempo volò via con immagini terribili del passato. Inimmaginabili. Mai riuscimmo a vedere così nitida la verità. Con le sue parole, senza odio, ma provenienti dal suo cuore, riuscì a proiettare il film della sua vita. Tutti alla fine della serata andarono da lui per scambiare una parola, per toccare quella tunica così ruvida così surreale. Anch’io mi permisi di avvicinarlo scambiando due parole, chiedendoli una piccola dedica sul suo libro. Quanto ci mancherà. Riposi in pace.