Lavorare in Loggia
"Batti i colpi convenuti, ti viene aperto, ti fai riconoscere, partecipi ai lavori della Loggia, godi della compagnia dei fratelli e della loro conversazione, lasci cadere nel sacco i tuoi mattoni, spesso di poco peso, ma lo fai...e così anche tu doni qual cosa".
Con questo tu sei già un buon fratello, ed un buon membro della famiglia massonica. Tanti fratelli si limitano a questo, e così, forse, sono a posto con la coscienza.
La Massoneria non credo sia tutta qui. Essa è fatta si anche di queste, in apparenza semplici, cose, come vestire il grembiule, calzare i guanti bianchi, mettersi una sciarpa, portare la mano a squadra sul petto, dare alla Vedova i nostri mattoni.
La Massoneria è molto più di quanto possa trasparire da quelle, apparentemente almeno, esteriori formalità, ricche però di profondi significati per chi, assetato di sapere, leggerà nell'immensa lezione di vita umana che la nostra famiglia ha da offrire.
La Massoneria spiega l'intero codice della buona vita terrena a coloro che vogliono impararlo ed accettarlo, dona a chi crede nel Grande Architetto dell'Universo quel1a eterna Fratel1anza che unisce nel lavoro tutti, per il bene di tutti, in ogni luogo ed in ogni tempo.
Insito nella Fratellanza è il concetto di solidarietà; è con l'iniziazione il massone riconosce un suo nuovo fratello in colui che solo pochi attimi prima era un "profano" ed automaticamente gli si attiva, nel cuore, un sentimento di solidarietà, sentimento che comunque dovrebbe sempre essere presente in tutti gli uomini, nella vita di tutti i giorni. La Massoneria permette di superare ogni sentimento di separatività in nome della Fratellanza.
Via via che il Massone scende in se stesso prova sempre più forte il sentimento di appartenere ad una collettività, all’umanità stessa, alla catena dei fratelli che come lui hanno percorso il cammino della purificazione. La Fratellanza universale sarà però per il Massone un traguardo irrealizzabile fino a quando considererà in modo esasperato la sua persona e porterà oltre l’evidenza i presunti suoi pregi e fingerà di non vedere i difetti che certamente si annidano in lui e magari sono anche tanti. Magnificando te stesso, ti stacchi dalla radice dell’umanità, ti stacchi dai tuoi fratelli.
Per evitare che ciò accada devi imparare i segreti dell’umiltà. “La Fratellanza è come un fiore, di cui l’umiltà è il seme”. L'Umiltà è modestia e riservatezza, nei modi e nel contegno, è soffocazione dell'esibizionismo, dell'ostentazione delle nostre capacità e delle nostre doti, che dovremmo palesare, e mai volutamente, esclusivamente attraverso le nostre azioni, con l'esposizione naturale e pacata del nostro pensiero, lasciando poi esclusivamente al nostro prossimo la valutazione, con accettazione o rifiuto, di ciò che siamo, di ciò che pensiamo, di quanto costituisce la nostra verità. E’ necessario che ogni fratello veda se stesso quale anello di una catena. Al distacco da questa catena seguirebbero solo sofferenza, solitudine, follia e morte. Solo con questo comportamento il Massone mantiene la sua più profonda spiritualità, diventando un vero e proprio eletto. Eletto è però chi sa esternare la bontà del suo animo. La spiritualità è di fatto semplice e forte in se stessa e vede dove la mente ordinaria si perderebbe.
Occorre, che tu nell’operare altruisticamente, valuti con intelligenza, prudenza e sensibilità i sentimenti di colui a cui la solidarietà è diretta. E’ ad esempio facile dimostrare come si possa offendere, a volte, chi si vuole aiutare. Il vero Massone farà in modo che i suoi propositi siano sempre illuminati oltre che buoni.
Fino a quando non riconosceranno il volto dell’amore nel pane ricevuto, gli affamati saranno condannati a restare pur sempre infelici, anche a stomaco pieno, soprattutto a stomaco pieno. Questo tuo modo di agire, ingigantirà il tuo spirito e farà di te un essere nuovo attraverso le esperienze, le più ricche del bene fatto agli altri.
Se arrivassimo a vivere aiutandoci e confortandoci l'un l'altro, agendo sempre nel bene e per il bene, noi Massoni, che siamo milioni nel mondo intero, non avremmo più bisogno di parole segrete per riconoscerci, perché fra tutti gli uomini, noi, l'elite, saremmo riconosciuti per le nostre azioni, per le nostre parole, ammirati, indicati con rispetto e saremmo sempre oggetto di emulazione. Quando ciò avverrà la forza della Massoneria sarà tale che nulla ci sarà più impossibile.
E il nostro campo d'azione e' il Mondo, che, arato dai nostri pensieri, fertilizzato dalle nostre parole, seminato con le nostre azioni, irrorato dal nostro esempio, darà i bellissimi e preziosissimi frutti del bene supremo. Molto è il Lavoro che ci attende perché il campo purtroppo è ancora in buona parte ricoperto di sterpi, di paludi, di sassi.
La luce che tutti noi cerchiamo, è dentro di noi, non dimentichiamolo e ricordiamoci sempre che ignorarlo significa vanificare la scelta più bella della nostra vita: avere chiesto di varcare la sacra porta del Tempio.
La Loggia - Figure e struttura
La Loggia
La Loggia, corpo primario e fondamentale della Comunione, è la collettività autonoma e sovrana dei Liberi Muratori ritualmente e regolarmente costituita per lo svolgimento dei Lavori Massonici. È depositaria della Tradizione Muratoria nel rispetto della Costituzione e del Regolamento dell'Ordine. (Art. 16 Cost.) La Loggia è composta dai Fratelli iscritti nel piè di lista. Per costituire una Loggia è necessaria l'adesione di almeno sette Fratelli con il Grado di Maestro. Nell'Oriente ove abbiano sede più Logge, il numero dei Fratelli fondatori è elevato a quindici di cui almeno sette con il Grado di Maestro. La Loggia acquisisce il riconoscimento con il rilascio da parte del Gran Maestro della Bolla di Fondazione. Si fregia della Bandiera Nazionale e di un proprio Labaro. La Loggia assume una denominazione ed è contraddistinta da un numero; si riunisce nel Tempio, luogo sacro ed inviolabile di meditazione e riflessione. Le cariche di Dignitario di Loggia sono elettive tranne quella di Segretario che viene nominato dal Maestro Venerabile. Il Regolamento dell'Ordine determina le capacità elettorali dei Liberi Muratori, le incompatibilità e le modalità di elezione e di insediamento. (Art. 17 Cost.) La Loggia si riunisce sotto la guida del Maestro Venerabile e lavora nei tre Gradi di Apprendista, Compagno d'Arte e Maestro, in conformità dei Rituali approvati dalla Gran Loggia e con la presenza di almeno cinque Fratelli Maestri. La Loggia può adottare un proprio regolamento interno le cui norme non debbono essere in contrasto con la Costituzione ed il Regolamento dell'Ordine. Il Regolamento dell'Ordine determina le procedure della costituzione, della fusione, dello scioglimento, della sospensione, della estinzione e della demolizione delle Logge. Regola, inoltre, le modalità di svolgimento dei Lavori e le maggioranze necessarie per l'adozione delle deliberazioni. (Art. 18 Cost.)
Il Maestro venerabile
Il Maestro Venerabile ispira, presiede, governa e rappresenta la Loggia; nell'esercizio del Magistero iniziatico la sua autorità è sacra e inviolabile. Egli svolge gli atti rituali di sua competenza, esegue, con la collaborazione dei Dignitari e degli Ufficiali, le deliberazioni adottate dalla Loggia, ed è responsabile dell'esecuzione delle deliberazioni degli Organi del Grande Oriente d'Italia. Può essere eletto fra i Fratelli che abbiano non meno di tre anni di anzianità nel grado di Maestro e che abbiano ricoperto una carica di Dignitario per almeno un anno. Rimane in carica un anno e può essere eletto tre volte consecutivamente. Alla scadenza del suo mandato, non può essere rieletto Maestro Venerabile nel triennio successivo in nessuna Loggia della Comunione. La carica di Maestro Venerabile è incompatibile con quella di componente la Giunta del Grande Oriente d'Italia, di Consigliere dell'Ordine, di Grande Architetto Revisore, di Ispettore di Loggia, di Giudice del Tribunale Circoscrizionale, di Giudice della Corte Centrale. (Art. 20 Cost.)
I Dignitari e gli Ufficiali di Loggia coadiuvano il Maestro Venerabile nella conduzione della Loggia. Durano in carica un anno e sono rieleggibili. Possono essere eletti Dignitari i Fratelli che abbiano un'anzianità nel Grado di Maestro di almeno un anno. Il Segretario deve aver maturato la stessa anzianità. Sono Dignitari di Loggia:
il Primo Sorvegliante
il Secondo Sorvegliante
l'Oratore
il Segretario
il Tesoriere
Gli Ufficiali di Loggia sono quelli legittimati dalle tradizioni e sono nominati dal Maestro Venerabile. Il Regolamento dell'Ordine determina le funzioni dei Dignitari e degli Ufficiali di Loggia, specificandone i compiti e le attribuzioni. (Art. 21 Cost.)
Il Consiglio delle Luci
Il Maestro Venerabile, il Primo Sorvegliante e il Secondo Sorvegliante costituiscono il Consiglio delle Luci, che nei casi previsti dal Regolamento dell'Ordine assumono le funzioni di Consiglio di Disciplina. (Art. 22 Cost.)