Cos'è la Massoneria?

La Massoneria è al contempo un'Istituzione exoterica ed una Comunione iniziatica.L'Istituzione exoterica è una associazione di uomini e donne di buoni costumi, liberi da pregiudizi, con un innato senso della ricerca, spiccate doti di autogoverno e di libertà intellettuale, che respinge ogni forma di strumentalizzazione ideologica che possa limitare od opprimere il diritto alla libertà. Potrete trovare in questa sezione alcune risposte alle Vostre domande o a quelle più frequenti. Cerchiamo di essere semplici e chiari nelle risposte. Se le nostre risposte non saranno esaustive potrete sempre inviarci una richiesta specifica al nostro indirizzo di posta elettronica e cercheremo di risponderVi nel più breve tempo possibile.

Il Mistero Massonico?

 Il Mistero della Massoneria è per sua natura inviolabile. Il Massone lo conosce solo per intuizione, non per averlo appreso. Lo scopre a forza di frequentare la Loggia, di osservare, di ragionare e dedurre. Quando lo ha conosciuto si guarda bene dal far parte della scoperta a chicchessia, sia pure il migliore amico massone, perché, se costui non è stato capace di penetrare il Mistero, non sarà nemmeno capace di approfittarne se lo apprenderà da altri. Il Mistero rimarrà sempre tale.Fratello Giacomo Casanova

Cos'è il nodo d'amore?

Il Nodo simbolicamente rappresenta lo stretto legame che unisce le creature con il Creatore, ovvero la natura umana con l 'Essere superiore e nel nostro caso il Massone con il Grande Architetto dell’Universo. Entrando nel Tempio ci troviamo circondati, come in un abbraccio, da un cordone rosso collocato vicina alla Volta Celeste in cui sono presenti Sette nodi che conosciamo come Nodi d’Amore.

Cosa significano i sacri numeri?

Quando si parla dei nostri sacri numeri non sempre conosciamo o ricordiamo appieno il loro significato.Perché i numeri sono sacri? Molti sono stati gli studi sui numeri ma incominciamo ad esaminare il radicale del termine latino “NUMERUS”. La radice “NUM” è identica alla radice di un'altra parola “NUM-EN” (potere divino - divinità). Entrambi derivano dalla parola greca “NOMOS” (legge). Nella stessa Bibbia o nel Vangelo di S. Giovanni potrebbero essere sviluppati temi che ruotano attorno alla parola-verbo intesa come VERBO DIVINO e dove è evidente che VERBO significa lo Spirito di Dio. Di fatto il numero fin dall’antichità è stato collegato con la divinità stessa. Anticamente non tutti però potevano accedere alla conoscenza del verbo divino, al mistero. In quel tempo tutto ciò avveniva nella parte più segreta del tempio dove i PRO-FANI non erano ammessi. Là si sviluppava una scienza sacra che dava una considerazione grafica della quantità di volte, dell’intensità e del ritmo che il NUMEN interveniva nell’armonia universale. I numeri sono di fatto la storia della Divinità o del suo manifestarsi sull’ordine armonico dell’universo conoscibile e in quello non conoscibile all’uomo. Il numero non fu mai estraneo all’aspetto religioso basti pensare agli edifici sacri concepiti sulle tre dimensioni. Così la scienza delle costruzioni, nata con gli egizi prima, coi Caldei e con i greci dopo, pervenne a toccare la perfezione o meglio, i numeri divennero la proiezione armonica dell’Universo attraverso l’uomo. Con il Cristianesimo il rapporto con i numeri si sviluppò verso altre direzioni, verso altri campi delle attività umane. Non per questo però l’aspetto sacro fu abbandonato da tutti. Sette iniziatiche, la libera muratoria delle cattedrali gotiche, continuarono a coltivare nel silenzio e nel segreto la tradizione sacrale del numero come messaggio di DIVINITA’. Molti Fratelli hanno studiato con grande profondità i segreti delle cattedrali rigidamente basate e dominate dalla forza del numero e dall’armonica precisione della geometria. La Massoneria erede delle scuole iniziatiche e dei costruttori di cattedrali ha sempre coltivato la sacralità dei numeri come espressione oggettiva e razionale dell’armonia Universale che promana dal G A D U . Se volessimo esaminare sotto il profilo della sacràlità i numeri osserviamone alcuni aspetti:

UNO: il numero uno è il simbolo della DIVINITA’, l’ordine, l’armonia, in un continuo divenire.

DUE: è il momento dell’Unione fra il sacro e la materia, è il momento della lotta tra ordine e caos ,tra vita e         morte, fra bene e male, fra lo spirito e la materia.

TRE: su questo numero i Fratelli sanno molto, conoscono bene la simbologia della perfezione delle cose e dell’Universo; una perfezione che scaturisce dalla presenza della DIVINITA’, del VERBO, del NUMEN, in una lotta continua dell’Universo fra l’elemento positivo e negativo. Il tre rappresenta Dio nel creato, Dio che procede nella creazione in un perpetuo equilibrio, fra vita e morte, bene e male, nell’arco dell’eternità. Nella Massoneria si identifica nel sacro delta, materialmente con le tre luci del Venerabile. Capovolto rappresenta anche la trinità del male, i tre compagni spergiuri che inseguivano Hiram.

QUATTRO: è il simbolo della dottrina iniziatica in cui solo attraverso il silenzio la perseveranza e la meditazione si può arrivare alla verità. Ma ricordiamo anche i quattro punti cardinali: Forza, Virtù, Prudenza, Temperanza. 

CINQUE: immagine della natura composto dal due e dal tre, rappresenta l’atto creativo della natura sottomessa alla Divinità.

SEI: il legame tra cielo e terra; si può rappresentare come due tre, di cui uno riflesso nell’altro come cielo e terra; potrebbero essere raffigurati anche come due triangoli uniti per il vertice comune e formanti una Croce di S. Andrea: quasi a significare l’olocausto dell’uomo universale.

SETTE: il numero della perfezione, esso consta del sacro tre e del quattro ma soprattutto dell’uno e del sei; in questo ultimo caso simboleggia l’azione del VERBO sull’Universo e l’Eternità. Ma ricordiamo i sette doni dello spirito, le sette arti, i sette pianeti, i sette sacramenti, ecc.

OTTO: comprende il cinque unito ai tre lati del triangolo e simboleggia la natura risorgente in Dio. Nell’allegoria massonica è rappresentata dai cinque piedi della tomba di Hiram e dal triangolo posto su di essa.

NOVE: la perfezione assoluta. La perfezione del tre su i tre regni della natura nelle tre dimensioni, nell’eternità, nello spirito, nella materia.

La sacralità del nove si evince dalle comuni proprietà matematiche:

 1x9=    9                     Dio in se - VERBO

 2x9=    1+8                 Dio più natura

 3x9=    2+7                 Opposti più la perfezione-Dio

 4x9=    3+6                 Dio più cielo e terra

 5x9=    4+5                 Direzioni quadrilatere più immagine della natura

 6x9=    5+4                 Natura più le virtù

 7x9=    6+3                 Cielo e terra più Dio – VERBO

 8x9=    7+2                 Perfezione dagli opposti

 9x9=    8+1                 Natura più Dio   


Possibile che la Massoneria spaventi tanto? Ma cosa è la Massoneria? Cosa fa di strano un Massone?

La R.L. Montesion risponde a questi interrogativi con un documento pubblico, redatto nel 1966 da un gruppo di lavoro della Loggia Hod-Pisacane di Ponza e steso per fornire al mondo esterno un elemento iniziale di informazione sulla Massoneria, sul perché delle sue costumanze e sul metodo di realizzazione della sua opera. Ieri, oggi come anche domani questi sono e saranno i principi a cui ci uniformiamo.

 Documento:

Su forme simboliche si impernia quasi ogni atto della vita associata. Il loro significato riveste grande importanza, perché è riassuntivo, in breve, di uno stato di civilizzazione o anche di una disposizione mentale.

Tali, per fare esempi del tutto ovvi, il saluto, la stretta di mano, il vestirsi in una determinata maniera formale o anche informale, l'usare specifiche espressioni di richiamo a note situazioni sia pure reclamistiche ecc. ecc..

L'insegnamento massonico è appunto imperniato sui simboli, e allo studio del linguaggio dei simboli, come a quello destinato a sintetizzare un passato ed una concezione che debbono essere tenuti presenti, è dedicata una gran parte della iniziazione massonica.

Il linguaggio dei simboli è tuttavia un mezzo mnemonicamente riassuntivo per raggiungere determinate finalità che sono tutte dirette alla creazione di un mondo in cui l'uomo possa al massimo sviluppare le sue possibilità creative ed intellettive. La società ideale, che deve formare questo mondo, dovrà essere quella in cui ciascuno possa, forte della esperienza del passato (anche rappresentata dai simboli) dedicarsi alla soddisfazione delle proprie aspirazioni spirituali, armonizzandole con quelle di ogni altro membro della società, ben coscienti che questo sforzo, da individuale divenuto collettivo, porta ad una elevazione del livello di intelligenza comune ad una migliore comprensione dei fenomeni, e quindi ad un estendersi del benessere dei singoli. Lo studio ed il miglioramento del proprio io sono perciò la base del lavoro massonico, sono anzi la leva su cui poggia l'ideale sociale della Libera Muratoria (Massoneria).

Questo ideale, da tempo ormai dalla Massoneria offerto apertamente al mondo profano, e che, almeno a parole, ha conquistato anche gli antichi avversari in tutto il mondo civilizzato, può essere riassunto nel trinomio Libertà, Eguaglianza e Fratellanza.

LA LIBERTA'

come la Massoneria intende, non consiste dunque nella libera esplicazione di ogni azione secondo un criterio arbitrario, ma ha le sue basi nella dignità della persona e quindi nel rispetto altrui. La libertà di pensiero deve potersi esplicare nel più esteso e indiscriminato dei modi, in quanto è l'elemento del contrasto dialettico da cui può scaturire in sintesi l'ulteriore ricerca di progresso: essa non consente dunque vincoli di censura o di conformismo, e nella sua estrema latitudine, connessa come deve essere alla libertà di espressione e divulgazione, vale a compensare in qualche modo quelle limitazioni di libertà effettiva che sono imposte dalla vita associata: ad esempio, mentre deve essere lecito sostenere che nessuna ragione logica in una Europa integrata può giustificare il reato di contrabbando, o anche che il contrabbando non dovrebbe essere in sé e per sé qualificato come reato; che questa o quella imposizione fiscale non risponde ad una sana politica economica; che è lecita (si dice evidentemente per amore di ipotesi) la poligamia o la poliandria, è evidente che i doveri sociali che incombono al cittadino gli impongono di sottoporsi - ed anche di buon grado - alla organizzazione esistente nella sua società. La libertà di opinione gli consente tuttavia di mettere in moto quella corrente di idee che alla lunga, in un libero stato, e qualora le sue opinioni abbiano valore, finiscono per tradursi in una riforma della legislazione, oppure del costume. Presupposto quindi di questo giuoco di idee contrastanti è il rispetto della opinione altrui, in partenza valida quanto la propria; rispetto che, si ripete, non si acquista se non nella coscienza della propria dignità, cioè nella coscienza del proprio io. In un mondo che appare ogni giorno più improntato alle pratiche materialistiche, la Libera Muratoria rappresenta non un movimento idealistico, ma il movimento idealistico per eccellenza. In essa, tutte le religioni e tutte le fedi politiche sono non solo ammesse, ma possono ed in certo senso debbono essere coltivate da ciascun fratello, purché non pretenda di essere depositario dell'unica fonte di verità, nella tolleranza del credo altrui. Mentre ogni atto della Massoneria è informato Alla Gloria del Grande Architetto dell'Universo (definizione che contiene in sé l'idea creativa), nelle Logge ogni disputa sulla religione e sulla politica è impedita in quanto la disputa potrebbe importare una propaganda di proselitismo per l'una o l'altra fede, e finire così per essere fonte di limitazione di libertà dì pensiero e costrizione ad adottare l'una o l'altra via di vera o presunta salvazione. È evidente come questo delicatissimo punto sia stato il motivo primo e reale delle persecuzioni sopportate nel tempo da tutte quelle comunità ribelli al conformismo e quelle famiglie iniziatiche di cui la Libera Muratoria ben a ragione si ritiene l'erede spirituale, ed infine della stessa Massoneria nel corso di più di due secoli.

Va aggiunto che l'uomo, per poter essere libero, non deve essere costretto dal bisogno ad accettare lo stato di dipendenza servile, o dalla miseria e dalla fame di non avere altro che la preoccupazione della sopravvivenza sua e della famiglia: e quindi la libertà dal bisogno appare preliminare ad ogni ricerca o speculazione ideale.

Questa prima libertà porta il discorso sul secondo elemento del trinomio:

 L'EGUAGLIANZA 

deve significare che ciascuno sia posto in partenza nella condizione pari all'altro per vivere la propria vita: che cioè ad ogni individuo che appaia nella società siano date pari condizioni di sviluppo. Presupposto è che ogni creatura umana sia partecipe, per il solo fatto di avere la determinata costituzione fisica che lo fa distinguere dalle altre specie di animali, dei vantaggi della società umana non fosse altro che perché è tenuto a sopportarne i pesi, fino al momento in cui il suo valore individuale lo differenzi dai suoi simili. A tutti indiscriminatamente deve essere consentita una infanzia serena e sana, a tutti un minimo di istruzione, a partire dal quale minimo il suo stesso interesse e profitto lo porti a scegliere fra il proseguimento dello studio o la applicazione pratica di un qualsiasi lavoro, in pari dignità, perché di pari utilità, e l'uno e l'altro. Già la stessa natura porta ad una differenziazione fra individuo e individuo, e questo stato naturale non deve comportare una menomazione per chi sia meno o differentemente dotato, ma, per la stessa armonia sociale, dovrebbe essere liberamente accettato, qualora si sia egualmente provveduto alla soddisfazione delle elementari necessità. Il desiderio di miglioramento dovrebbe essere stimolo al perfezionamento dell'io per il proprio progredire sociale, e quindi di miglioramento delle condizioni delle società tutte, mentre, nella eguaglianza dì tutti gli uomini di fronte al pari destino pressante, sofferente e caduco che è loro assegnato dalla forma stessa del loro essere, ciascuna individualità possa liberamente ed armonicamente svilupparsi. La Costituzione Italiana coincide, del resto, con questi princìpi. Tutte le differenziazioni che non siano provocate dalle capacità sono destinate a cadere, in una società come quella desiderata e promossa dalla Libera Muratoria. Non vi ha posto per differenza di sesso, di colore o di fede, perché tutti possono e debbono contribuire secondo le loro capacità al progresso comune. Non vi sono frontiere di fronte alla eguaglianza della specie, sottoposta, come abbiamo rilevato, alla medesima legge di natura. Questa eguaglianza è operante nel ciclo stesso della vita: né può essere rimandata ad una supposta o sperata vita futura destinata a punire o rimeritare azioni del singolo da segnare al suo attivo o al suo passivo: e quindi non vi ha posto per il terrore dell'ignoto, che ha informato per tanto tempo l'umanità ignorante e sofferente. La verità della affermazione massonica sulla eguaglianza di tutti gli esseri umani è ribadita dalla accettazione della ineluttabilità della morte che è forma transeunte di vita rinnovantesi perennemente e che induce al più sereno ottimismo nella previsione dell'evento mortale.

 LA FRATELLANZA

il terzo elemento del trinomio nasce spontaneo da queste constatazioni.

Formati dalla stessa materia terrena, a tutti la terra è madre comune: né si trova più preciso termine per definire i rapporti fra gli uomini.

Lo studio e l'analisi dell'io, di cui già parlammo, rapportato ed anche usato come mezzo di misura nella osservazione dei nostri simili, ci rende edotti della identità degli stimoli, anche se le reazioni sono diverse e ci da la riprova della identità della nostra natura, anche se le conoscenze delle nostre identità anatomiche ci mancassero. Da ciò deriva il fatto che tutti gli uomini, e in primo luogo i Massoni fra di loro, che sono venuti in possesso di una tale realtà, debbono sentirsi fratelli.

Si potrebbe opporre che una simile concezione non regge ad un confronto storico. Si dice che la Libera Muratoria è stata ispiratrice dei movimenti di liberazione nei vari stati, quali le rivoluzioni francesi del 1789, del 1830, del 1848; della ribellione delle colonie nordamericane e della loro costituzione in Stati Uniti; di varie rivolte sudamericane contro la Spagna, e la formazione dei vari stati in quel continente; infine del movimento risorgimentale italiano, e delle guerre che da esso derivarono.

Si potrebbe rispondere, conformemente a verità, che non fu la Massoneria a provocare tanto, ma i singoli fratelli, educati nelle Logge a tentare di realizzare i primi due dei tre elementi del trinomio. Ma appunto perché la risposta è ovvia, essa non appare soddisfacente, perché in una analisi storica non si può procedere come nell'esaminare la differenza giuridica fra persone fisiche che compongono un ente, e l'ente stesso che gode di autonomia personale.

Converrà dunque accettare questa non esistente identificazione, in quanto furono quelle idee muratone, se non le Comunioni interessate, a determinare quei sommovimenti che provocarono delle guerre, che poco hanno a che fare con la fratellanza: ma converrà pure riflettere che il cammino verso la libertà e l'uguaglianza doveva passare per forza di cose attraverso il periodo delle unità nazionali e dell'abbattimento dei regimi autoritari per poter realizzare le basi dì quella fratellanza che non può essere costruita se non sulla parità dei diritti dei singoli nelle nazioni sorte ad autonomia, e non soggette a dipendenza diretta di un altro popolo.

Del resto bisogna anche riflettere che in un paese a regime autoritario non è possibile ottenere una liberalizzazione, se non attraverso un atto rivoluzionario: ed è appunto questo il motivo principale per rendere più accettabile un regime democratico, quali che siano i difetti dì cui anche questa forma di governo è partecipe.

Abbiamo dunque visto che la Libera Muratoria è una Comunione di uomini che si serve del linguaggio simbolico per perseguire il perfezionamento dell'io nel campo individuale e tendere ad accelerare il movimento verso una più perfetta realizzazione delle auspicabili condizioni di libertà, eguaglianza e fratellanza umana nel campo sociale. Ma non è tutto qui. La Massoneria vuole essere una fratellanza di iniziati che perseguono questi fini e che ritengono che unica via per raggiungerli sia la iniziazione.

È noto cosa la iniziazione sia: ma converrà ripeterlo in piane parole se vogliamo comprendere appieno il metodo di lavoro della Comunione Muratoria.

Molte, troppe anzi oggigiorno, le cure e le preoccupazioni dell'uomo, impegnato come è nelle mille faccende del vivere civile. La mente è ingombra dalle cure giornaliere, il corpo è stanco della fatica fisica e mentale; ne consegue che il giudizio della essenza delle cose e anche l'esperienza degli avvenimenti sono offuscate dal contrasto degli interessi quotidiani. Occorre che questo essere così legato alla superficie apparente delle cose si liberi da ogni impedimento, e l'unica via che l'uomo sia mai riuscito a trovare per scrutare nell'intimo dei fenomeni è la via iniziatica. L'iniziazione perciò significa, con la scomparsa dell'involucro profano, l'inizio di una nuova vita e l'accesso ad un mondo segreto che gli appalesi l'essenza dell'essere. Certo la prima iniziazione viene impartita da chi ne abbia facoltà, ma la via della iniziazione è del tutto personale e deve essere percorsa dal singolo secondo le proprie forze a mezzo dello studio e della meditazione: ed è graduata secondo le capacità di apprendimento del proselite. Fatto autonomo della persona, perciò, non può che restare nell'intimo di ciascuno, né riesce, l'iniziato, a comunicare la vera essenza della sua iniziazione anche perché l'orecchio profano non saprebbe ascoltarlo.

Siamo così arrivati alla fine del nostro discorso, perché siamo giunti alla definizione di quel segreto massonico che riesce tanto mal compreso e qualche volta rinfacciato all'Ordine nostro.

La libera Muratoria non è una società segreta. Non lo è nei fini istituzionali, che son noti e perché gli Statuti sono in commercio librario, e per la numerosa letteratura da cui sono commentati. Non lo è per i suoi dirigenti che parlano ed agiscono apertamente, e rappresentano l'Ordine in manifestazioni pubbliche. Non lo è per gli adepti, che hanno piena libertà di dichiararsi massoni. Se non tutti lo fanno in Italia, come invece è frequente in altri paesi, ciò è dovuto al clima italiano (per chiamarlo così) che è superficialmente conformista, per cui l'iscritto alla Massoneria è avvicinato all'immagine del rivoluzionario o dell'incendiario di chiese. Ciò, come si è detto, è dovuto al fatto che la Massoneria è per la sua stessa essenza avversata da ogni dottrina che si affermi depositarla unica di una verità assiomatica, che sia a destra o a sinistra; o anche da una gerarchia ecclesiastica.

Il segreto Massonico non è comunicabile perché nemmeno l'iniziato, se è tale, è in grado di comunicarlo fino a che non abbia raggiunto la ragion prima della vita — il che praticamente non può avvenire, allo stato attuale della conoscenza. Profondamente ottimisti, perché dediti al loro ideale di perfezionamento umano e sociale, e malgrado dei molti ostacoli che si ergono sul loro cammino, i Liberi Muratori nei loro Templi, incuranti delle ostilità che suscitano nei meno provveduti, proseguono il loro cammino: 

Il Valore dell'Uomo

Il valore dell’uomo non sta nella verità

che qualcuno possiede o presume di possedere,

ma nella sincera fatica compiuta per raggiungerla.

Perché le forze che sole aumentano la perfettibilità umana,

non sono accresciute dal possesso,

ma dalla ricerca della verità.

Il possesso rende quieti, indolenti, superbi.

G. E. Lessing                            

Il Gran maestro incontra i fratelli canavesani

Bisi, cosa è la massoneria?

«Cito Mario Calvino, padre di Italo Calvino, che definì la massoneria come una società di persone che cercano di fare del bene e che tutelano il libero pensiero. Una definizione che ritengo ancora attuale».

Come si fa a fare del bene e a tutelare il libero pensiero chiusi nei templi delle logge?

«Noi quando siamo nei templi, con i grembiuli e i guanti che fanno parte dei nostri rituali, diciamo che vogliamo costruire il tempio interiore e lavoriamo al bene dell’umanità. Costruire il tempio interiore vuole dire crescere individualmente, migliorarsi nel senso di rispettare le idee dell’altro. Nei nostri templi si parla uno alla volta sul tema stabilito. Uno parla e gli altri ascoltano, in silenzio».

Cos’è la fratellanza massonica?

«Quando parliamo di fratellanza intendo dire che i liberi muratori non possono buttare in mare coloro che arrivano sulle nostre coste per cercare la felicità. Noi non possiamo consentire che per tanti bambini il Mediterraneo sia culla e bara. Una delle prime cose che feci quando sono stato eletto è stata quella di attribuire l’onorificenza Galilei - che viene data ai non massoni - al sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, proprio per quello che aveva fatto quando pochi parlavano di profughi. Fare del bene vuole dire costruire in tutta Italia, come stiamo facendo, una rete di solidarietà. In Piemonte esistono da anni gli asili notturni di Torino, un’esperienza importante; a Taranto, Arezzo, Ancona ci sono ad esempio dei dentisti che forniscono cure odontoiatriche gratuite a chi non può permetterselo».

Lei ha detto che massoni si nasce ma non lo si diventa se non si incontra qualcuno che, dopo un periodo di osservazione, ti fa presentare domanda di ingresso. Come si diventa massone?

«Massoni si nasce perché c’è nel dna un senso di libertà, di laicità, che vuole dire non aver pregiudizi nei confronti di un altro. Il massone, diceva un nostro fratello, Bent Parodi, è colui che di fronte a un tramonto si emoziona. Un uomo si può emozionare di fronte a un tramonto, ma non è detto che dopo diventi massone, che entri nella nostra comunità, se non incontra nella sua vita che lo aiuta in questo percorso di miglioramento».

Di cosa si discute in una loggia massonica?

«Intanto in una loggia non si discute. Ognuno esprime il proprio parere e il proprio parere è un mattoncino per la costruzione del tempio. In loggia non si dice io sono d’accordo o non sono d’accordo con te. Sull’interpretazione dei simboli ci possono essere opinioni diverse, ma alla fine siccome nessuno dei fratelli può ritenersi depositario della verità ognuno porterà un piccola verità. Io dico che due fratelli, ma anche due persone non massoni, non devono pensare di essere depositari della verità assoluta, ma possono pensare di avere ragione al 90% e lasciare all'interlocutore il 10% di ragione. Se l’altro farà la stessa cosa, i due 10% ci faranno stare insieme sotto lo stesso tetto, la stessa comunità».

Perché le donne restano fuori dal tempio in una sorta di discriminazione molto difficile da sostenere oggi?

«Nel Goi non ci sono le donne per due motivi: discendiamo dai costruttori di cattedrali medievali dove le donne non c’erano; abbiamo relazioni con 190 comunioni massoniche estere, dove non sono presenti donne. La questione è internazionale. Aggiungo che in Italia ci sono delle obbedienze miste o femminili a noi collegate. Nel Goi ci sono le stelle d’oriente che sono le familiari dei fratelli massoni».

Lei ha intenzione di porre il tema e di rompere questa tradizione?

«Il tema è stato posto, ma penso che anche in futuro nel Goi ci saranno solo uomini. D’altra parte, credo che ogni associazione sia libera di darsi, in autonomia, le regole che ritiene più consone».

Rapporto tra massoneria e chiesa cattolica. La prima scomunica risale al 1738 ad opera di Clemente XII. Oggi la scomunica è caduta, ma l’iscrizione alle obbedienze è punita con l'esclusione dai sacramenti. Spera in un nuovo approccio da parte di Papa Francesco?

«Il cardinale Ravasi ha scritto sul Sole 24 ore rivolgendosi a noi come fratelli. Ha sottolineato come al di là della diversa identità, non mancano con i liberi muratori i valori comuni: comunitarismo, beneficenza, lotta al materialismo. Questo segno di attenzione da parte del cardinal Ravasi mi fa piacere. Io capisco le ragioni storiche, l’anticlericalsmo, il clericalismo, ma voglio guardare avanti. Sarebbe bello che il capo della massoneria e il Papa si incontrassero oggi a Porta Pia. Quella breccia è per unire non per dividere».

Qual è oggi la linea di discrimine che vi permette di asserire, agli occhi dell’opinione pubblica: “Noi siamo diversi”, diversi dal modello Gelli?

«Quella è una pagina che il Goi ha definitivamente chiuso. Casi di logge di quel tipo che non erano regolari, che non si riunivano nei templi, non sono ripetibili».

Perché oggi non dovremmo temere che all'interno del Goi ci sia una loggia simile alla P2?

«Perché c’è un sistema di controlli interni dove le logge che non si riuniscono secondo i nostri rituali e i nostri regolamenti vengono chiuse. In gergo si dice che le colonne vengono abbattute. Però bisogna dire che in Italia oltre al Goi esistono altre massonerie significative, ma anche tantissimi gruppi massonici che sono incontrollabili e sui quali io non posso dire nulla perché neanche li conosco».

Eppure continuiamo a leggere di P3, P4. Come è possibile?

«Per quanto riguarda quelle inchieste, gli indagati o imputati che siano non sono massoni. Se 10, 15 o 20 persone si ritrovano per fini leciti o illeciti perché definirli massoni? Quelle sono delle lobby ma non certo delle logge massoniche. Su di noi oggi insistono troppi luoghi comuni che non meritiamo».